“Ma, bambino, perché la gente cerca di darci contro?”
“Vedi, mamma, è perché sono infelici. E la gente infelice ci ha voglia di sfasciare le cose.”
“Non ci sono persone felici?”
“Ce n’è tante che fanno finta di essere felici.”
“Perché?”
“Perché si vergognano e hanno paura di confessare che non sono felici.”

Charles Bukowski

» How photography connects us (video)

Come ho scritto in 2012 Feelmaking Recap:

[…] Dietro ogni film, ogni video, ogni opera, ogni app, ogni discorso c’è – o meglio, ci dovrebbe essere – una storia. Qualunque cosa tu intenda realizzare, racconta una storia.

Non l’ho scritto ma è chiaro che anche ogni fotografia racconta una storia, come spiega benissimo David Griffin nel TED Talk How photography connects us.

Link pubblicato il 2 gennaio

2012 Feelmaking Recap

Lo scorso capodanno dissi a me stesso che il 2012 sarebbe stato un anno di cambiamenti, e 365 giorni dopo posso dire con una punta di orgoglio che avevo ragione. Lo dissi più come speranza che come premonizione, ma ciò che importa è quello che è seguito a quel timido ‘annuncio’. A distanza di un anno mi rendo conto che di cambiamenti ne sono avvenuti tanti. Gli unici davvero rilevanti e duraturi, chiaramente, sono quelli interiori.

In questo post cercherò di ricapitolare quello che ho imparato e capito, soprattutto partendo dai post pubblicati su queste pagine.

Nel 2012 ho imparato a prendermi meno sul serio... Continua la lettura.

Post pubblicato da il 31 dicembre

» Buoni propositi per il 2013

Il 2013 sta arrivando, ma siamo pronti a perseguire (anzi, perseguitare) i nostri obiettivi? Il bel post di Rady Cooper per Il Mac Minimalista ci viene in aiuto:

[…] Come si crea un’abitudine? Un giorno alla volta. Grazie, bella scoperta. Ma in soldoni che bisogna fare?

  • Definire chiaramente l’obiettivo
  • Tracciare i progressi

Avendo ben definito l’obiettivo [leggere 52 libri in un anno] e i passi per raggiungerlo [leggere una quarantina di pagine al giorno] uno sa già cosa deve fare. Invece, non definirlo è come brancolare nel buio più totale. Tanto vale rimanere fermi e aspettare improbabili soccorsi. Definire l’obiettivo è fondamentale.

Questo post è speciale per essere allo stesso tempo pratico e filosofico (ma quest’ultimo aspetto è più marginale). Assicuratevi di leggerlo prima di dopodomani.

Link pubblicato il 30 dicembre

» Il messaggio di Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini, scomparsa oggi all’età di 103 anni:

Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi.

Via Emanuele Menietti, condiviso da Diego Petrucci

Link pubblicato il 30 dicembre

Le serie del 2012

Qui ci sono i 10 show, i 10 episodi, e gli 11 personaggi della TV USA del 2012 secondo Sonny e qui ci sono le 12 serie del 2012 secondo Giovanni Di Giamberardino. Date un’occhiata anche alle migliori battute sempre del 2012... Continua la lettura.

Post pubblicato da il 28 dicembre

» ‘Uninterrupted thought’

Shawn Blanc in Inbox Intentions:

For a maker, uninterrupted work time is valuable because it allows us uninterrupted thought. […] But when we interrupt our own time with habitual checking of email, Facebook, Twitter, et al. then it’s like having micro meetings all day long.

Scrive infine:

Because it comes down to our own choices. Are we going to spend our time the way we want to or not? Are we going to do the work we say we want to do or not? Intentions are dandy, but real men get to work.

Grazie Shawn, qualcuno deve pur scriverle certe cose.

Link pubblicato il 23 dicembre

» If you’re not paying for the bla bla, you are the bla bla bla

Ogni volta che Facebook inventa un nuovo modo per vendere la nostra vita agli inserzionisti, o peggio ancora Google impara a tracciare le nostre attività ancora meglio allo stesso scopo, su Twitter ricomincia a diffondersi in modo virale questa frase (ci sono cascato anch’io):

Con le ultime vicende di Instagram tale semplificazione è tornata di moda, eppure prima di scriverla è meglio riflettere un momento sulla situazione, che ovviamente è più complessa. Così ha fatto Derek Powazek:

We can and should support the companies we love with our money. […] But we should not assume that, just because we pay a company they’ll treat us better, or that if we’re not paying that the company is allowed to treat us like shit. Reality is just more complicated than that. […] And we should all stop saying, “if you’re not paying for the product, you are the product,” because it doesn’t really mean anything, it excuses the behavior of bad companies, and it makes you sound kind of like a stoner looking at their hand for the first time.

Link pubblicato il 19 dicembre

» Good Fucking Design Advice

Design is a fucking lifestyle by Fabrizio Rinaldi (linuz90)) on 500px.com

Questa foto l’ho scattata ieri; il wallpaper lo trovate tra quelli di Good Fucking Design Advice (l’ho anche adattato ad iPhone 5). Date un’occhiata ai loro prodotti, sono fantastici.

Segnalato su Twitter da Gordon Irving

Link pubblicato il 18 dicembre

» Robert Rodriguez spiega come ha girato ‘El Mariachi’

Regia e montaggio non sono due cose separate, ma al contrario sono le due facce della stessa medaglia. In questo video Robert Rodriguez racconta come ha fatto a girare certe scene di El Mariachi con un budget molto limitato, e nel farlo spiega come ragiona un regista/montatore sul set (ed è questa la cosa che mi ha affascinato maggiormente).

Una piccola nota: Rodriguez ha scritto, prodotto e diretto questo film, e si è anche occupato di fotografia, montaggio ed effetti speciali. Tutto questo nel 1992. Ecco.

Segnalato da Michelangelo Ciuffreda

Link pubblicato il 18 dicembre

If you’re not sure if you’re gonna do it, you’re destined to fail.

Dan Benjamin

Weekly Bits: Apps, apps, apps

Nelle ultime settimane ci sono stati diversi annunci e lanci interessanti in ambito software. Prima di tutto c’è Twitterrific 5, un client Twitter che per qualche motivo mi piace usare mentre cammino per strada (più di Tweetbot); se l’app vi piace vi consiglio di ascoltare questa puntata di Cmd+Space per scoprire qualcosa di più. Poi c’è MAILBOX, che possiamo solo ammirare in un video, ma che sembra davvero essere un approccio innovativo alla posta elettronica (era ora). Date anche un’occhiata a Cheddar per Mac. Per dovere di cronaca segnalo che è uscita Google Maps per iOS ma non è fluida come speravo (mentre Gmail per iOS viene aggiornata ma continua a non convincermi)... Continua la lettura.

Post pubblicato da il 14 dicembre

Lasciatemi guardare la televisione

Paola Brembilla:

Da qualche tempo, Miso ha aggiunto due funzioni a quella basilare del sito: i SideShow e Quips. I primi sono dei veri e propri “show collaterali” creati dagli utenti. Facendoli partire durante la visione di un episodio, è possibile avere informazioni aggiuntive minuto per minuto (dove ho già visto quell’attore? Me lo dicono loro), partecipare a sondaggi, scoprire il making of di una scena.

Su questo argomento mi sono già espresso in passato; non voglio fare l’antiquato, ma sono ancora convinto che la conseguenza più rilevante di questo tipo di strategia sia quella di far distrarre il pubblico, quel pubblico che bisognerebbe far immergere nella narrazione... Continua la lettura.

Post pubblicato da il 11 dicembre

» ‘One thing that all the successful companies in the world have in common’

Ernest Sirolli in un TED Talk:

The smallest company, the biggest company, has to be capable of doing three things beautifully: the product that you want to sell has to be fantastic; you have to have fantastic marketing; and you have to have tremendous financial management. Guess what? We have never met a single human being in the world who can make it, sell it and look after the money. It doesn’t exist. This person has never been born. We’ve done the research, and we have looked at the 100 iconic companies of the world Carnegie, Westinghouse, Edison, Ford, all the new companies, Google, Yahoo. There’s only one thing that all the successful companies in the world have in common, only one: none were started by one person.

Link pubblicato il 7 dicembre

» Breaking Bad: ‘A giant experiment measuring pain and pressure’

Ho recuperato questo pezzo di Mo Ryan su Breaking Bad e mi ha colpito la sua prospettiva sulla serie:

There’s a coolness to this show; even as it depicts their suffering, the show keeps these people at arms’ length. We’re observing them; they are like ants in an ant farm. How much pressure can they take? What level of intensity will bring out their murderous sides? What will break them and make them go bad? Perhaps it’s appropriate that a show about a former chemistry teacher is like a giant experiment measuring pain and pressure.

Link pubblicato il 6 dicembre

» Cosa fa di un eroe… Un eroe? (video)

Il viaggio dell’eroe è la struttura base presente nelle moderne narrazioni come in quelle più antiche, di ogni genere e formato. Ne ho già parlato in un post su Skyfall e la morte apparente, facendo riferimento in particolare al lavoro di Christopher Vogler.

Sul canale TED Ed è stato pubblicato un meraviglioso video animato che spiega proprio le tappe del viaggio dell’eroe così come vennero descritte ne L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell.

Link pubblicato il 5 dicembre

» Un podcast per veri appassionati di serie TV

Oggi ho ascoltato per la prima volta il podcast Talking TV With Ryan and Ryan con Mo Ryan (che ho scoperto grazie a questo post sul mid-season finale di The Walking Dead) e Ryan McGee. I due parlano di televisione (ma va?) e ogni parola che dicono trasuda grandissima padronanza dell’argomento. È un podcast molto piacevole da ascoltare e lo consiglio soprattutto agli appassionati della serialità americana.

In particolare ho apprezzato questo episodio nel quale hanno avuto come ospite Alan Sepinwall, autore di The Revolution Was Televised (vi ricordate la cosa su Lost che ho scritto a fine novembre?).

Ai fan come me di Louie consiglio vivamente l’ascolto di questa puntata dal minuto 46.

Trovate il podcast anche in Instacast e client simili.

Link pubblicato il 5 dicembre

» Ecco come potrebbe finire Dexter

Mi piacciono questi finali di Dexter immaginati da Gaby Dunn.

Link pubblicato il 5 dicembre

» ‘La creatività nasce dall’angoscia’

Link pubblicato il 5 dicembre

Lo Hobbit e i maledetti 48 fotogrammi al secondo

Ad aprile di quest’anno scrissi del ‘problema’ dei 48 fotogrammi al secondo. Adesso che Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato è nelle sale possiamo tornare sull’argomento con maggiore cognizione di causa. Non avendo ancora visto il film, però, non posso aggiungere molto altro a quanto già detto, al contrario di Mike Ryan dell’Huffington Post che, dopo aver visto il film, scrive che le immagini di una pellicola (si fa per dire) a 48 fotogrammi al secondo sono troppo realistiche:

It’s possible for an image to look so clear that it no longer looks real. Or so real that it takes you out of the film.

.. Continua la lettura.
Post pubblicato da il 4 dicembre