Io non tifo Apple

Come ho più volte ripetuto in passato, quando tra amici si parla di iPhone contro Android, o Mac contro Winzoz, io la maggior parte delle volte non mi pronuncio. Proprio io, il geek, nerd o come volete. Il fanboy persino, a volte. Quando mi pronuncio, di solito è perché parlo con chi la penso come me. Ma che discorso è? starete pensando voi. In effetti sembra un ragionamento sbagliato, ma leggendo le ultime cose che ha scritto Maurizio Natali mi sono ricordato del vero motivo per cui mi tengo in disparte e non dico la mia nelle situazioni di cui sopra.

Il motivo è che io non tifo. Apple non è la mia squadra. Io sono felice se Apple ha successo, se esce il nuovo iPhone, se aggiornano OS X. Ma non sono infelice se Microsoft va male, non sono infelice se Android ha i bug o è frammentato. E non ho bisogno, in queste discussioni, di dire a chi usa Windows che Windows è il male assoluto. Magari qualche volta l’ho detto, ma non è certo il mio modus operandi.

Quando si arriva alla tifoseria, probabilmente abbiamo smesso di interessarci davvero a ciò di cui stiamo parlando, a abbiamo cominciato a voler avere ragione a prescindere. E voler avere ragione a prescindere dalle argomentazioni altrui è sbagliato.

Scrive Maurizio:

Sapete perché si parla tanto di questi iCosi? Non perché Apple è “figa” o perché non si può vivere senza un iPad ma per puro e semplice passatempo. Come per il calcio, quando un argomento diventa sufficientemente diffuso da poter essere facile terreno di dialogo, ognuno di noi ha il piacere di esporre le proprie teorie e convinzioni, spesso spacciandole per verità assolute.

Soprattutto scrive poco dopo:

Il problema è che le parole hanno perso significato. Non conto più le persone che in questi giorni mi dicono che Apple ha smesso di “innovare”. E inizio a pensare che questa parola sia entrata nel frullatore dell’informazione per uscirne trasfigurata.

In questo frullatore dell’informazione (metafora perfetta) ci stanno pure le nostre emozioni, spesso contraddittorie e fuori luogo, che non fanno che rendere le discussioni ancora più pericolosamente inutili. Infine, i limiti imposti da certi mezzi, come Twitter, trasformano velocemente la discussione in flame.

Diamo peso alle parole che usiamo e non smettiamo mai di sceglierle con cura.

Se l’ultimo keynote di Apple ti è sembrato noioso, o il nuovo iPhone è uguale al vecchio, non devi dirmelo come se tu avessi vinto, e io perso.

A noi piace l’iPhone, ma non tifiamo per l’iPhone.