Tecnologia

Editing Photos And Managing Files On iPad

A little while ago I wrote my first impressions on the iPad Air. This is what I wrote about photo editing:

I’m using this adapter to load photos and videos from my Canon 600D and edit them on my iPad. The best app to edit RAW photos is PhotoGene. The fact that I’m able to load and watch videos shot with my DSLR really surprised me, since I read that there wasn’t any compatibility. Maybe it’s because I installed MagicLantern on the camera, I don’t really know but it’s great.

.. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 29 dicembre in Tecnologia

iPad Air (the Good and the Bad)

As of this writing, I've been using my iPad Air for a couple of weeks; this is my first iPad ever, and I'm ready to write my (unasked for) first impressions. Instead of delivering a long boring article about my experience — why would you care? — I came up with list. Because you like lists. We all do. Also, I'm lazy. As usual, I'm going to write things as they come to my mind, therefore you won't find any of the usual reviewish stuff.

As a sidenote: I wrote this piece on the iPad itself, and the photos embedded below have been imported and edited on the iPad too… Continua la lettura.

Pensieri di un morto di fama

Ultimamente mi è capitato di ridere, per non piangere, di una certa parte della blogosfera tecnologica — perdonate l’abominio linguistico — luogo di seghe mentali improbabili e sterili lusinghe reciproche tra blogger e sviluppatori. Non mi metto ad argomentare perché chi sa di cosa sto parlando sa di cosa sto parlando. Comunque, per fare qualche esempio: app scarne e basilari ricevono recensioni e plausi grazie alla fama dello sviluppatore, su update di software da 2€ si scrive per mesi e una recensione di un sistema operativo famoso per la sua intuitività conta decine di migliaia di parole — perché sempre più spesso quantità e qualità vengono confuse… Continua la lettura.

Scrivere su Medium

Non vi spiegherò cos’è Medium perché, tra gli altri, l’hanno già fatto molto bene Teehan e Lax in The making of Medium.com. Mi limito a dire ai più pigri che si tratta di una piattaforma di publishing che, per ora, è possibile utilizzare solamente su invito. Comunque, due parole sull’esperienza di scrittura, dopo essere stato inspiegabilmente invitato a scrivere sulla piattaforma e aver pubblicato il mio primo post Letter from a dead nerd, le voglio dire.

La differenza che salta subito all’occhio è la mancanza di una netta distinzione tra modalità di scrittura e lettura. È come quando si utilizza una vecchia macchina per scrivere, e le parole che prendono forma sul foglio di carta si mostrano già nella loro forma ‘compiuta’… Continua la lettura.

The Perfect Script Writing Workflow

I was very exited when I discovered the Fountain.io syntax. I’m a huge Markdown lover and the idea of being able to write a film script without having to worry about formatting, fonts and layout issues was a dream come true. The biggest benefit of this approach, for me, was that now I could finally start to write my scripts with iA Writer, my text editor of choice. To have a perfectly formatted PDF script I just needed to export my text file with one of the Fountain compatible apps. I chose Highland by John August, Nima Yousefi, and Ryan Nelson: it’s well designed, easy to use, and fast… Continua la lettura.

La soluzione al problema email

Mailbox è un palliativo oppure la soluzione al cosiddetto ‘problema email’? Esiste davvero tale problema? La nostra anima sopravvive alla morte del corpo? Quante calorie ci sono in una mela?1 Domande del genere nascono spontaneamente quando qualcosa cambia il modo in cui affrontiamo un problema (o almeno ci prova). È il caso di Mailbox, appunto, un client per Gmail per iOS che trasforma la propria casella email in una todo list. Per fare questo permette di posticipare la lettura di un messaggio, facendolo sparire dalla Posta in Entrata e facendolo tornare quando preferiamo – nel weekend, tra qualche ora, la settimana prossima… Bene, per qualcuno questo approccio fa semplicemente in modo che la lettura delle email – e le azioni che prevedono, come rispondere – venga posticipata, e dato che ormai abbiamo imparato la parola procrastinare e ci piace utilizzarla appena ne abbiamo l’occasione, ci viene spontaneo dire che Mailbox serve a procrastinare… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 28 febbraio in Tecnologia

Twitter fa schifo, tutti su App.net!

Dopo una pausa troppo lunga dall’ultimo post voglio scrivere qualche riga su App.net. Le ragioni sono diverse: la prima è, chiaramente, aumentare le visualizzazioni del blog visto che stavano scendendo un po’ troppo; in secondo luogo, l’argomento è di nicchia quindi il post lo leggeranno poche persone e quelle poche persone lo troveranno interessante (forse); e infine perché sono a lezione[1] e ho voglia di scrivere e in particolare di usare iA Writer per iPhone, che dopo l’ultimo aggiornamento è ancora più bella.

Bene, andando avanti, in questi giorni App.net ha introdotto la possibilità di provare la piattaforma[2] gratuitamente, su invito… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 26 febbraio in Pensieri, Tecnologia

» John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente 

In questo talk del 2011 John Gruber parla dell’evoluzione dell’interfaccia utente – con particolare attenzione ad Apple, ovviamente – e della difficoltà di costruire qualcosa di originale e che sia al contempo familiare agli utenti. Più o meno nell’ultimo terzo del talk accenna anche alla fondamentale distinzione tra design e stile.

Condiviso da Myke Hurley

28 gennaio

» A proposito di design 

Oliver Reichenstein, la mente dietro l’app che uso per scrivere praticamente qualunque cosa, dice nell’intervista per The Verge:

Nothing is more destructive to good design than group thinking and collective decision making. Why? As I said, to most people good design is invisible. Group decisions focus on the visible, bad aspects of design.

Leggete tutta l’intervista, è strapiena di osservazioni brillanti.

23 gennaio

» Graph Search 

Steven Levy sul nuovo motore di ricerca – Graph Search – sociale Facebook presentato ieri:

You might soon be able to figure out before entering a bar whether there are any attractive, unattached people your age inside with whom you share a mutual friend or favorite movie.

Questa sembra la prima cosa che viene in mente, chissà quali altre applicazioni può trovare un motore di ricerca del genere, che alimentiamo noi stessi ogni giorno (come ha ricordato Zuck: «A million new people every day. 240 billion photos. 1 billion people. 1 trillion connections»).

16 gennaio

Fermare la pirateria non è così semplice

Diverse persone che seguo hanno retwittato in questi giorni un cinguettio di Kim Dotcom che recita:

How to stop piracy:
1 Create great stuff
2 Make it easy to buy
3 Same day worldwide release
4 Fair price
5 Works on any device

Non l’ho retwittato anch’io – nonostante lo stessi per fare in un primo momento – perché mi è sembrata una semplificazione eccessiva. Esistono contenuti che vengono piratati (che parola oscena) ma rispettano tutti i criteri descritti sopra; un esempio sono le app cross-platform: 1) “great stuff” è soggettivo ma a volte è così, 2) non c’è niente di più facile che scaricare un’app, 3) è raro che l’uscita in certe nazioni sia rimandata, 4) spesso i prezzi oscillano intono ai pochi euro – e non c’è nemmeno bisogno di fare la solita metafora del caffè che costa uguale – e infine 5) un’app cross-platform chiaramente funziona su tutti i dispositivi… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 10 gennaio in Pensieri, Tecnologia

» ‘Uninterrupted thought’ 

Shawn Blanc in Inbox Intentions:

For a maker, uninterrupted work time is valuable because it allows us uninterrupted thought. [...] But when we interrupt our own time with habitual checking of email, Facebook, Twitter, et al. then it’s like having micro meetings all day long.

Scrive infine:

Because it comes down to our own choices. Are we going to spend our time the way we want to or not? Are we going to do the work we say we want to do or not? Intentions are dandy, but real men get to work.

Grazie Shawn, qualcuno deve pur scriverle certe cose.

23 dicembre

» If you’re not paying for the bla bla, you are the bla bla bla 

Ogni volta che Facebook inventa un nuovo modo per vendere la nostra vita agli inserzionisti, o peggio ancora Google impara a tracciare le nostre attività ancora meglio allo stesso scopo, su Twitter ricomincia a diffondersi in modo virale questa frase (ci sono cascato anch’io):

Con le ultime vicende di Instagram tale semplificazione è tornata di moda, eppure prima di scriverla è meglio riflettere un momento sulla situazione, che ovviamente è più complessa. Così ha fatto Derek Powazek:

We can and should support the companies we love with our money. [...] But we should not assume that, just because we pay a company they’ll treat us better, or that if we’re not paying that the company is allowed to treat us like shit. Reality is just more complicated than that. [...] And we should all stop saying, “if you’re not paying for the product, you are the product,” because it doesn’t really mean anything, it excuses the behavior of bad companies, and it makes you sound kind of like a stoner looking at their hand for the first time.

19 dicembre

Quando lo smartphone saprà come sto

Di tanto in tanto mi capita di pensare al futuro, e credo che faccia molto bene pensarci. Capita di pensare ad un futuro utopico, ma capita anche di immaginarne uno distopico. Certe volte, invece, penso a un futuro che non è né utopico, né distopico. È inevitabile, e in quanto tale non lo giudico, semplicemente lo aspetto.

Quello a cui ho pensato in questi giorni, ma che già tempo fa stuzzicò il mio interesse e la mia immaginazione, è quel futuro in cui i dispositivi di cui oggi vogliamo liberarci perché sono invadenti (qualcuno ha detto iPhone?) potranno comunicare con il nostro corpo… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 15 novembre in Pensieri, Tecnologia

Non disturbare

Una feature che vorrei e che, almeno per me, farebbe la differenza in iOS e OS X è riassumibile in questa frase: ogni volta che apro l’app x, attiva la modalità Non disturbare.

Io sceglierei immediatamente iA Writer per ovvi motivi, ma per essere più specifico la ragione è questa: spesso apro l’app in preda all’ispirazione e mi ritrovo, durante la scrittura di quel flusso incontrollato di parole che non dovrebbe essere interrotto, ad essere distratto dai suoni e dai banner di notifiche di email, tweet, promemoria e tutto il resto.

Il meccanismo funzionerebbe come un’istruzione condizionale («se sto utilizzando x non disturbarmi») e la prima volta potrebbe essere attivato tramite Siri… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 15 novembre in Tecnologia

Guardare fuori dal finestrino

Stephen Hackett segnala un’intervista allo scrittore Robin Sloan in cui quest’ultimo scrive che l’iPhone è diventato per lui una compulsione tossica. Spiega quindi che tale dispositivo «ha completato la sua invasione nello spazio interstiziale – ovvero tutti quei minuti che passo sul treno e che prima costituivano un terreno fertile per i sogni ad occhi aperti e l’immaginazione.» Racconta allora di aver annullato il suo contratto telefonico per passare ad un dispositivo low-cost della Nokia. È così che nei mesi seguenti «la liberazione dello spazio interstiziale» l’autore ha ripreso a sognare ad occhi aperti e appuntarsi idee per le sue storie… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 9 novembre in Pensieri, Tecnologia

iPhone 5, una settimana dopo

Visto che nonostante le recensioni, le impressioni e i podcast non siete ancora saturi, ho deciso di scrivere qualche pensiero sparso su iPhone 5 dopo più di una settimana di utilizzo.

  • Continuo a odiare il tasto home e penso che i tempi siano maturi per fare anche quello capacitivo. Poi però penso che se si blocca il software si blocca anche quello e allora ecco l’idea geniale: farlo meccanico e capacitivo, come il trackpad dei MacBook per intenderci. Ognuno poi lo usa come gli pare.

  • Non immaginavo che sarebbe successo ma sto usando Siri tutti i giorni. Svegliami tra 40 minuti, ricordami di fare questo, che temperatura c’è fuori?, che devo fare stasera?

  • .. Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 8 novembre in Pensieri, Tecnologia

» Ive come Jobs 

Ogni volta che leggo il titolo di un post che riflette su Apple dopo Steve Jobs so già che devo aspettarmi il peggio. La maggior parte dei blogger è così arrogante da dire con certezza cosa passa per la testa di Cook, Ive, Forstall (non più). Una delle poche cose intelligenti che ho letto è stata scritta da Micah Singleton in Apple, Looking Forward:

With the recent moves made by now CEO Tim Cook, this model has returned, albeit slightly altered, with Cook leading, and Sir Jony Ive playing the role of Jobs, taking over creative control of the world’s largest company.

Il modello a cui accenna il paragrafo è quello che c’era con Jobs, ovvero guida creativa di quest’ultimo – qualcuno infatti lo chiamava head artist più che CEO – e ottimizzazione di tutto il processo di Cook.

L’head artist d’ora in poi sarà il caro Ive e dovrà sorprenderci lui con le magie che prima erano esclusiva di Steve. Sono sicuro che farà uscire tanti conigli di alluminio dal suo cappello magico unibody, mentre Tim, come scrive Riccardo Mori, «looks and sounds like the good-hearted, somewhat shy uncle who has come to tell us a great story nobody else knows», e va bene così.

6 novembre

iPhone 5, verso la perfezione

Mi è finalmente arrivato l’iPhone 5. Non ho intenzione di scrivere una recensione – ce ne sono già tante – ma qualche impressione la riporto volentieri. Cominciamo dalle cose brutte? Sì.

È arrivato con dei piccoli graffi come è successo a quasi a tutte le persone che l’hanno preso e seguo su Twitter. I due graffietti sono di lato e quasi non si vedono, e per una sciocchezza del genere non intendo rimandare l’iPhone ad Apple, ma quasi quasi lo farei per principio. Proprio l’azienda di cui cantiamo le lodi per l’attenzione morbosa alla qualità ci fa questo brutto scherzo? Già, è irritante… Continua la lettura.

Perché scriviamo di tecnologia?

Qualcuno potrebbe dire che i miei trattati tecno-filosofici affrontino temi futili, non fondamentali. Ma cos’è davvero fondamentale? Dovremmo porci anche questa domanda, giusto?

Se parlo e scrivo di tecnologia lo faccio soprattutto per l’effetto che questa ha sulla mia vita, e anche per le implicazioni che questo fatto comporta. Non è devozione. Anzi trovo – come ogni persona dotata di buonsenso – che un uso malsano della tecnologia possa creare tanti, tanti problemi.

Penso, anche, che non ci sia un argomento al mondo di cui non valga la pena parlare e scrivere. Se è la tecnologia a farmi fare tante cose e ad essere parte integrante della mia vita – come ha scritto Federico Travaini in risposta a Matteo – in quanto ‘mente critica’ mi trovo spesso a mettere in discussione il mio rapporto con essa, e questa è una pratica salutare… Continua la lettura.