Pensieri

Vuoi vedere il mio film in 2D, 3D o IMAX 3D? A 24p o 48p? Con o senza zucchero?

Photo Credit: (NASA/Paul E. Alers)

Prima di tutto, per chi non avesse letto il mio precedente post sull’argomento, la prima proiezione di 10 minuti dell’ultima fatica di Peter Jackson Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato ha lasciato un po’ perplessi. I 48 fotogrammi al secondo non convincono, per vari motivi. Ma Peter Jackson è fiducioso:

Ci vuole un po’ per abituarsi. Dieci minuti sono pochi, probabilmente ci vuole un po’ di più. Una cosa che penso che abbia influito è il fatto che è diverso guardare un po’ di scene montate rapidamente una dietro l’altra e un’intero film.

Ho scoperto poi che le riprese di quella discussa proiezione – che secondo Jim Vejvoda «sembrano televisive e fanno pensare al video in alta definizione» – erano prive di color grading e persino gli effetti visivi non erano definitivi… Continua la lettura.

Perché Lo Hobbit potrebbe sembrarti una fiction italiana

Jim Vejvoda di IGN ha visto in anteprima 10 minuti di Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato di Peter Jackson. Non gli sono piaciuti. Il film è 3D, ma la sua particolarità è un’altra: è girato, e proiettato, a 48 fotogrammi al secondo. Quelli che seguono sono dei tecnicismi, ma costituiscono il cuore della riflessione. Prima di tutto, vi ricordo che un film viene normalmente proiettato a 24 fotogrammi al secondo. L’alta definizione invece, almeno qui in Europa, la guardiamo a 25fps. La televisione invece è a 50 semiquadri al secondo (diciamo che sono dei fotogrammi, ma dovreste leggere qui per non avere dubbi)… Continua la lettura.

» Downloading the dream: com’è veramente la televisione americana 

Una volta fatto il salto al di là dell’oceano, pieno di aspettative sulla bengodi della tivì, ci si rende presto conto che se si usano i parametri nostri, quelli con cui si valuta un canale televisivo in italia, si potrebbe arrivare a rimpiangere raidue. e no, non la sto mica sparando tanto grossa.

Cristiano Valli non usa le maiuscole, ma scrive delle cose molto interessanti sulla televisione americana, spesso vista da noi italiani (che non la conosciamo affatto) come un modello di perfezione.

24 aprile

Il nuovo Facebook è peggiore del vecchio che era migliore di quello prima

The Hacker Way is an approach to building that involves continuous improvement and iteration. Hackers believe that something can always be better, and that nothing is ever complete. They just have to go fix it — often in the face of people who say it’s impossible or are content with the status quo.*

Così scrive Mark Zuckerberg in una lettera ai potenziali investitori. Queste parole hanno finalmente reso chiaro e limpido nella mia testa quello che ritengo essere un grave problema di Facebook e del web in generale (se non addirittura della tecnologia odierna, ma non mi voglio sbilanciare) che fino ad oggi non ero riuscito a mettere a fuoco… Continua la lettura.

» I prodotti Apple funzionano f*****amente bene 

Perché uso un Mac e non Linux (e soprattutto non Windows)?

Uso un Mac e non Linux per una semplice ragione: perché ritengo estremamente importante la qualità del design e la coerenza delle UI di Apple. Non scelgo il computer da acquistare in base alla sua velocità, ma in base a quanto mi rende più facile portare le cose a termine, e da questo punto di vista Apple vince a mani basse.

Mi piace anche questo passaggio:

La chiusura di Apple per quanto riguarda iOS è vergognosa e scandalosa. La politica che adottano nei loro app store è un abominio, e stanno concretamente danneggiando il web sia con le loro azioni che con i loro precedenti. Sono terribili. Lo so. Lo so. Ma i loro prodotti funzionano fottutamente bene.

17 aprile

Togliti immediatamente da Instagram!

Facebook ha comprato Instagram per un miliardo di dollari. Quello che c’era da dire è stato detto. È chiaro che l’app economy non è uno scherzo. Non è una moda. La cosa buffa è che c’è gente che ha eliminato il proprio account immediatamente dopo l’acquisizione, ma in effetti non è cambiato assolutamente nulla. L’ho scritto su Twitter e lo ripeto qui: perché eliminare un’app che funziona perfettamente a seguito di un’acquisizione? Non facciamo i masochisti, aspettiamo che peggiori almeno.

Persino la pagina Facebook di Instagram è inondata di faccine tristi e condoglianze.

C’ho anche scherzato su, ma davvero mi sembra che la gente si faccia troppe paranoie… Continua la lettura.

iBooks Author e Final Cut Pro X: la democratizzazione dei contenuti

Ieri Apple ha presentato nella suggestiva cornice del Guggenheim Museum di New York iBooks Author (tra le altre cose), un’applicazione gratuita per realizzare splendidi eBook con capacità multimediali, motore di ricerca interno, glossario integrato, JavaScript, HTML e non solo. Uno strumento – ripeto, gratuito – potentissimo che per la prima volta mette la produzione e distribuzione di contenuti di questo tipo nelle mani di tutti. Scrive Buster Heine su Cult of Mac (traduzione di iPhoneItalia):

Cosa hanno in comune Williamo Faulkner, J.K. Rowling, George Orwell, Scott Fitzgerald e Stephen King? Tutti sono stati respinti da varie case editrici quando hanno cercato di pubblicare il loro primo romanzo.

.. Continua la lettura.

Seguire o non seguire: questo è il dilemma. (Twitter, Favstar e Alfred)

A tutti i frequentatori di Twitter è capitato almeno una volta di leggere un tweet molto interessante grazie a un RT, e di voler scoprire qualcosa di più sull’autore; personalmente la prima cosa che faccio è visitare il profilo della persona in questione per scoprire se quel tweet era un caso isolato o no, ma spesso mi sono trovato semplicemente a leggere una lunga lista di reply/menzioni, dovendo scovare in mezzo i tweet veri a propri.

Mi è poi venuto in aiuto il sito Favstar.fm che permette di scoprire, per un dato utente, i tweet più popolari (Best tweets) ovvero quelli aggiunti ai preferiti o retwittati più volte… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 19 gennaio in Hardware, Imported, Pensieri

Perché non guardo film e serie tv in streaming

Un tweet di @diegopetrucci mi ha fatto riflettere:

Non ho mai capito quelli che guardano le serie su MegaVideo.
Che c’è di più bello di scaricarsi la puntata sul disco e guardarla con calma?

In effetti io mi procuro film e serie tv come minimo a 720p perché ritengo mediamente ‘vomitevole’ la qualità dello streaming di Megavideo e simili. Al contrario, alla maggior parte delle persone che conosco non importa della risoluzione ridicola, della qualità dell’audio quasi da telefonata o delle mitiche interruzioni per il buffering: basta che si veda. Ho visto persino alcuni amici vedere le serie TV nemmeno a schermo intero, con la pagina bianca, intorno al video, piena di scritte e banner pubblicitari dai contenuti a dir poco discutibili… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 5 gennaio in Imported, Pensieri

Un’applicazione che non esiste

Flipboard è un’app straordinaria. Amo il modo in cui raccoglie e organizza i contenuti – condivisi su Twitter e Facebook, le foto di Instagram, i post di Tumblr, i feed di Google Reader… – e li rende fruibili in un’interfaccia chiara e fluida che si rifà al look di una rivista cartacea, come testimoniano soprattutto le varie animazioni della UI. In realtà, a volte, sfogliare tutte quelle pagine diventa snervante, almeno nella versione per iPhone e ti chiedi che senso abbia legarsi in modo così rigido alle peculiarità del mezzo fisico ma, tralasciando questo aspetto, direi che la qualità della UX è ineccepibile… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 22 dicembre in Imported, Pensieri

Il Notification Center non è molto intelligente

A volte mi capita di ricevere una notifica di Facebook sull’iPhone ma non sul Mac. A volte la ricevo sul Mac e non sull’iPhone. A volte sull’iPhone ricevo sia la notifica, sia la notifica della mail che segnala la presenza di una notifica. C’è chi impazzisce per molto meno.

A volte – ahimé – non mi arriva alcuna notifica, ma poi fortunatamente vedo la mail. Però può capitare che la mail finisca nello spam, che guaio. Ma a volte, quasi per magia, tutti i display che ho intorno s’illuminano richiamando la mia attenzione su una menzione di Twitter. Ogni dispositivo vibra o squilla o lampeggia in modo diverso – con una differita di qualche secondo o qualche minuto – per segnalare la stessa cosa… Continua la lettura.

La velocità non è tutto

Mi è capitato di leggere un’interessante intervista di Steven Awalt a Steven Spielberg a proposito del rapporto di quest’ultimo con il cinema digitale – con particolare riferimento al film War Horse (tratto dall’omonimo romanzo di Michael Morpurgo) in uscita nelle sale a gennaio. Vi invito a leggere l’intervista, che si trova su Facebook. Come già sapevamo, Spielberg ha un debole per il montaggio lineare, su pellicola. Io sono un nativo digitale, quindi il fatto che il regista preferisca l’analogico al digitale potrebbe non andarmi particolarmente a genio, ma dell’intervista mi ha colpito un elemento in particolare: il motivo per il quale Spielberg preferisce l’analogico al digitale e… Il digitale all’analogico: la velocitàContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 27 novembre in Filmmaking, Imported, Pensieri