Post con tag social

Un nuovo inizio

Stamattina, dopo essermi svegliato, mi sono ricordato che è un po’ di tempo che voglio avere un nuovo blog dove scrivere in inglese. Un motivo è che su Twitter ho qualche follower anglofono ma soprattutto è su App.net che si chiacchiera in inglese di default.

Quanto segue è ciò che è successo nella mattinata: l’idea ha cominciato a prendere forma subito dopo colazione, ho scoperto casualmente la fantastica piattaforma Scriptogr.am, ho creato un account e configurato tutto con uno dei temi base, ho scritto il primo post e l’About, ho personalizzato CSS e HTML del tema stravolgendolo (e figuriamoci) e soprattutto l’ho reso responsivo con i media queries, quindi ideale per essere visualizzato da qualunque dispositivo; poi ho creato le icone, inserito i font personalizzati tramite TypeKit (Skolar e Myriad Pro), aggiunto Google Analytics e fatto gli ultimi ritocchi, anche grazie al feedback di Diego e Gianfranco che l’hanno visto in anteprima; infine ho comprato il dominio su GoDaddy e ho impostato i DNS che (miracolo di non so quale dio) hanno cominciato a funzionare dopo pochi minuti… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 6 ottobre in News

Siamo pesci esotici in un acquario

Questo post su Facebook di Brin-Jonathan Butler – segnalato da Diego Petrucci – è ricco di spunti interessanti:

Tutte le persone con cui preferirei non avere niente a che fare se non nella vita virtuale le posso osservare come pesci esotici in un acquario. Ma il punto è che non stiamo solo osservando pesci in una vasca. Anche noi siamo pesci in quella stessa vasca, e veniamo a nostra volta osservati.

Una deriva del discorso riguarda i cellulari:

Le pressioni esercitate affinché la gente si faccia Facebook sono le stesse che ci hanno spinto a comprare un cellulare. […] Così, il cellulare diventa un modo di evitare gli amici e la famiglia.

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Leggi il post di pubblicato il 23 settembre in Pensieri

And it seems to me that we talk a lot about the cloud, but every time we put something on the cloud, we give up some responsibility for it. We are less connected to it. We let other people worry about it. And that doesn’t seem right. There’s a great Neal Stephenson line where he says that “wired people should know something about wires”. We should know where our Internet comes from, and we should know what it is that physically connects us all.

Andrew Blum

Weekly Bits: Get users first, ask business model questions later

Nella prima puntata del nostro podcast nel network EasyPodcast, che ha già ricevuto feedback molto positivi, io Federico e Diego abbiamo parlato di Twitter. L’abbiamo fatto prima che l’app per iPad venisse deturpata e che il supporto a IFTTT venisse tagliato via.

The new Twitter for iPad is a design disaster. It perfectly showcases the wrong way to pursue cross-platform consistency. – Dustin Curtis

Ma direi che avevamo le idee già abbastanza chiare; il problema è sempre lo stesso ed è generale.

What’s happening to twitter right now is the inevitable conclusion of the “get users first, ask business model questions later” approach.

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Leggi il post di pubblicato il 21 settembre in News

Io non tifo Apple

Come ho più volte ripetuto in passato, quando tra amici si parla di iPhone contro Android, o Mac contro Winzoz, io la maggior parte delle volte non mi pronuncio. Proprio io, il geek, nerd o come volete. Il fanboy persino, a volte. Quando mi pronuncio, di solito è perché parlo con chi la penso come me. Ma che discorso è? starete pensando voi. In effetti sembra un ragionamento sbagliato, ma leggendo le ultime cose che ha scritto Maurizio Natali mi sono ricordato del vero motivo per cui mi tengo in disparte e non dico la mia nelle situazioni di cui sopra… Continua la lettura.

Dietro le quinte di un fenomeno virale

Steve Streza, che seguo ormai da diverso tempo, ha realizzato un mashup che è diventato inaspettatamente un fenomeno virale. Su questo blog più volte ho scritto di fenomeni di questo tipo, ma generalmente non c’è stato modo di andare a spiare dietro le quinte per capire cosa succede prima che un video (o qualunque altro tipo di contenuto) si diffonda viralmente. L’autore del video di cui stiamo parlando ha scritto sul suo blog di questa esperienza, dall’idea fino alle reazioni e condivisioni, in un post che dovete assolutamente leggere se siete anche solo vagamente affascinati dall’argomento… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 9 settembre in Filmmaking

Grazie, Twitter

Proprio ora che i toni della discussione si fanno concitati, e vengono scritte cose come Twitter can suck a bag of dicks, io voglio andare un po’ controcorrente e dichiarare il mio amore per Twitter.

Lo faccio soprattutto perché così vi ritrovate in quello che dico, condividete il post e mi arrivano tante visualizzazioni.

Se è vero che, come azienda, Twitter sta facendo incazzare un po’ tutti, come servizio è ancora in piedi e le discussioni più interessanti su questo argomento stanno avvenendo proprio su, udite udite, Twitter.

Io ti voglio ringraziare, Twitter, che negli anni mi hai permesso di stringere amicizie e collaborare con persone di grande talento, entrando a far parte di una community stimolante e vibrante che mai avrei conosciuto su posti deprimenti come Facebook o nei meandri dei forum o tra i commenti dei blog… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 9 settembre in Pensieri, Tecnologia

Weekly Bits: Can fans change society?

La cultura del fandom, del remix, del mashup, non rappresenta niente di nuovo. Al contrario, è un ritorno alla cultura popolare pre-mass media. I fan si riappropriano dei contenuti mediali, li rielaborano, e producono talvolta del materiale totalmente nuovo. Ultimamente ho linkato diversi video relativi alla serie Breaking Bad: dalle comuni recensioni fino ai remix, mashup e recap di ogni genere. La serie stessa gioca con i generi e gli stili visuali, e questa è la cosa interessante. Il mashup, passatemi l’espressione, lo fa anche chi comanda, e non potrebbe essere altrimenti… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 7 settembre in News

Weekly Bits: The Dark Knight Rises

Avete visto The Dark Knight Rises? Vi è piaciuto? A me sì, anche perché amo i film lunghi ed epici ma al contempo “adulti” come quelli di Nolan. Sull’IMDb ha ottenuto un voto notevole: 8,9 su 10; il capitolo precedente della trilogia è fermo a 9. Per dare una lettura più approfondita del film leggete Batman Occupied, un articolo che parte dal trailer e riflette sul significato del film, vedendo in Bruce Wayne il vero villain del lungometraggio. Anche sul Corriere della Sera ci sono scritte alcune cose interessanti. Per chi vuole andare oltre, il libro The Art and Making of The Dark Knight Trilogy ha catturato la mia attenzione (lo trovate su Amazon)… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 31 agosto in News

Sincerità radicale

Ogni singolo giorno della nostra vita diciamo ad amici, parenti e colleghi tante piccole, innocenti bugie. Lo facciamo tutti, e la cosa non ci infastidisce particolarmente. Il giornalista A.J. Jacobs ha fatto un esperimento: ha provato ad essere totalmente (o meglio, radicalmente) sincero per un certo periodo di tempo. Per farlo si è rivolto all’esperto di sincerità Brad Blanton, che ha dato vita al movimento Radical Honesty. Questo è quello che ne è venuto fuori, ovvero una riflessione su quello che può produrre la sincerità incondizionata, e su come le piccole menzogne articolano la nostra vita… Continua la lettura.

Weekly Bits: Go beyond 140 characters

Il web cresce ogni giorno di più, e se per qualcuno si tratta di un luogo dove vedere senza sosta meme, citazioni sbagliate e video di gattini, per qualcun altro si tratta di un luogo dove discutere, mettersi in relazione con gli altri, imparare – ma vanno bene tutt’e due le cose, non sono qui per giudicare. Questo secondo aspetto del World Wide Web si sta evolvendo, e alcuni nuovo servizi stanno spingendo proprio in questa direzione. Ecco quindi che nascono cose come la piattaforma Medium, App.net – ovvero il clone di Twitter che vuole essere meglio di Twitter – il protocollo open Tent.io, il network Svbtle (mi piacerebbe vederne un equivalente italiano) e infine BranchContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 24 agosto in News

Weekly Bits: Sono tornato!

Sono (quasi) tornato operativo; qui sotto trovate due parole sulla situazione dei client di terze parti di Twitter che continua a peggiorare, e quindi i consueti link settimanali. In questi giorni ricomincerò a scrivere post e presto ci saranno anche novità più consistenti.

Anche se alcuni developer rassicurano gli utenti, sappiamo bene che nel futuro c’è posto per un solo client di Twitter: quello ufficiale. Mi è tornata in mente una frase – pronunciata in riferimento al primo Macintosh – che sembra descrivere esattamente quello che non sta succedendo a Twitter:

I think what we’re going to see is that the balance of power is going to shift.

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Leggi il post di pubblicato il 17 agosto in News

Weekly Bits: Cosa ne sarà di Twitter?

Cos’è per me Twitter? Una piattaforma conversazionale, non priva di difetti, uno stagno in cui posso lanciare un sassolino a provocare un’onda anomala. Un post che ho scritto il 7 luglio ha generato conversazioni e prodotto reazioni su/tramite Twitter mentre, su Facebook, si è giusto guadagnato qualche like. Diciamo che, a parità di audience, mi sembra che là dove si cinguetta i cervelli si accendano di più. E finisce che ogni giorno si stringono nuovi legami. Tra persone, tra idee.

Cosa ne sarà di Twitter? Non ci è dato saperlo, ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che si stia trasformando (snaturando) profondamenteContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 20 luglio in News

Snaturando Twitter

Prima di parlare di quello che sta succedendo a Twitter, voglio farvi leggere alcune righe di Editoria alla TED. Spunti di riflessione:

TED vende biglietti per eventi fisici e ne sostiene il valore diffondendo i suoi contenuti gratuitamente. Vince gratificando i membri paganti che sono certi di assistere sempre a eventi di grande valore. E in effetti TED riesce a generare questo effetto: i partecipanti appaiono davvero intensamente coinvolti nell’evento, come del resto gli speaker e gli organizzatori.

Insomma, TED funziona bene. Mentre i giornali, per esempio, funzionano sempre peggio. Infatti:

È chiaro che per i giornali la strada è quella di ritrovare una modalità per offrire contenuti di alto valore e alta qualità, per i quali le persone siano disposte a pagare.

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Leggi il post di pubblicato il 30 giugno in Pensieri, Tecnologia

» Come si contano le visualizzazioni su YouTube? 

E cosa significa quel misterioso numero 301?

27 giugno

Centoquaranta caratteri

Though the 140-character format is a constraint, it need not be seen as a limitation, [..] this characteristic of Twitter can also be seen as an advantage. The brevity of messages allows them to be produced, consumed, and shared without a significant amount of effort, allowing a fast-paced conversational environment to emerge. The varied approaches users take in addressing constraints reveal what they value in specific messages and in Twitter as a conversational environment.

Ho estratto questa citazione (che proviene da qui) dall’ottimo lavoro di Gianfranco LanzioTwitter for Brands’. Come probabilmente già sapete, i noti limiti di Twitter (140 caratteri per tweet, 15 caratteri per username…) erano dovuti inizialmente alla natura del servizio che avveniva tramite SMS… Continua la lettura.

Perché non dovresti cliccare ‘Mi piace’

Qualcuno, ogni tanto, scrive di come e quanto sono diversi Facebook e Twitter. Su quest’ultimo funzionano molto bene i tweet che denigrano il primo offendendone gli utenti – io stesso sono stato testimone di questo fatto quando ho ricevuto una moltitudine di RT esprimendo qualche parere non proprio entusiasta sul social network di Zuck. Ma al di là delle differenze più evidenti, ovvero quelle sulle quali sembrano essere tutti d’accordo e sulle quali quindi mi sembra inutile soffermarsi ulteriormente, ce n’è qualcuna che può venir fuori solo grattando pazientemente la superficie. Si tratta di qualcosa che non riguarda tanto le nostre abitudini sociali, quanto il modo stesso in cui comunichiamo, che è più condizionato di quanto non siamo disposti ad ammettere dai mezzi di cui disponiamo… Continua la lettura.

Weekly Bits: serie tv e videogiochi, come la narrazione sta cambiando

Tim Small si chiede quale sia il futuro della narrativa di massa. Ad alcuni dei suoi dubbi si sovrappongono i miei, ma sono certo che a giocare un ruolo chiave nelle nuove forme ibride di narrazione sarà l’intelligenza artificiale, di cui nel suddetto post si parla, forse, troppo poco (ovvero per niente). Bisogna dire in ogni caso che i videogiochi presentati pochi giorni fa all’E3 ci fanno ben sperare (questo mi ha lasciato abbastanza a bocca aperta). A proposito di E3, come non essere d’accordo con Joshua Topolsky quando dice «it does kind of depress me to realize that in all this time, the only thing we can think to put in the hands of game characters is a gun... Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 8 giugno in News

Weekly Bits: Readlists, Linus Torvalds e il suo MacBook Air, Google Chrome, Facebook Camera

Dato che questa rubrica stava diventando una specie di Reading List, ho cominciato a scrivere noiose introduzioni come questa. A proposito, quelli di Readability hanno creato Readlists, ma qualcuno è perplesso. In effetti sembra che il web stia diventando veicolo di una pratica quantomeno discutibile, ovvero quella per cui i testi vengono frammentati, demoliti, riformattati selvaggiamente. La polemica in verità scaturisce dal fatto che questi servizi allontanano i visitatori dai siti dei creatori di contenuti (e potremmo dire dai creatori stessi). Forse però stanno suonando troppi campanelli d’allarme, visto che si tratta comunque di servizi che mettono al centro i contenuti, e stimolano in qualche modo le persone a leggere (e vedere) le cose dall’inizio alla fine – un vero e proprio atto rivoluzionarioContinua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 25 maggio in News

Media Mutations: dal Barocco a Twitter

Gran parte del 22 e 23 maggio l’ho passata al convegno Media Mutations a Bologna, a cura di Claudio Bisoni e Veronica Innocenti, ideato da Guglielmo Pescatore. Nonostante i miei studi al DAMS mi avessero già dato la possibilità di cominciare a conoscere e comprendere i nuovi media e il modo in cui la creazione e il consumo di questi si stia evolvendo, le brillanti parole dei relatori mi sono state utilissime per avere una panoramica di questi fenomeni e addentrarmi ulteriormente in alcuni di essi. Una caratteristica del convegno è stata quella di essere per così dire augmented, supportato efficacemente dai social media (ma il contrario sarebbe stato un controsenso)… Continua la lettura.

Leggi il post di pubblicato il 24 maggio in Pensieri, Tecnologia